Ieri ho letto un articolo su un film uscito qualche anno fa, su Abraham Lincoln.
Molti critici ebbero da ridire sulla voce che Daniel Day-Lewis scelse, dopo un accurata ricerca, per interpretare il presidente americano. Venne definita troppo acuta, troppo fredda, poco “autorevole”.
Ora, non voglio entrare nel dibattito di come dovesse essere. Quello che però ritengo sia fondamentale trarre da questo esempio, è il fatto che il timbro della voce comunica molto più di quello che crediamo e influenza inevitabilmente chi ci guarda.
Quante volte ti è capitato di immaginarti la voce di qualcuno prima ancora di sentirlo parlare?
Quante volte alla cornetta del telefono ti sei immaginato la faccia del tuo interlocutore, solo sentendolo parlare?
La psicologa Maria Rita Ciceri dice:
“Dalla voce costruiamo un’immagine della persona alla quale appartiene.
E questo funziona anche nel percorso inverso:
a chi è alto, con un viso austero, con la barba come quella di Lincoln,
si attribuisce una voce grave, anche senza averlo sentito parlare.”
Ed è proprio così.
Nel nostro immaginario, la voce è strettamente legata a delle immagini stereotipate, a delle caratteristiche generali.
Solo in base al nostro timbro di voce, possiamo infatti risultare saggi, romantici, ambigui, ecc…
Quindi conoscere questi “collegamenti” è fondamentale per riuscire a comunicare al meglio un intenzione o un carattere.
ATTENZIONE: questo non vuol dire che esistano solo il bianco e il nero!!!
Ma vale la pena conoscere i rischi che corriamo se chi ci ascolta non ha il tempo di “approfondire” e conoscerci meglio.
Quali sono questi rischi? Il fatto di essere fraintesi e di dare un’idea sbagliata rispetto a quella che vorremmo.
Gli attori lo sanno bene, e molto spesso per interpretare alcuni tipi di personaggi, vengono usate determinati timbri, colori di voce, per rafforzarne l’identità.
Il primo passo per cominciare a sfruttare la voce a proprio vantaggio è quello di sperimentare e provare ad usarla in diversi modi.
Divertitevi ad imitare le persone che conoscete, i personaggi famosi della TV, della politica.
Osservate il loro tono, il modo di parlare e cercate di capire quale sensazione vi trasmette.
In DiverTeatro affrontiamo diversi esercizi per giocare con la voce in modo da prenderne sempre più confidenza. Una volta ottenuta una discreta padronanza del timbro inizia lo spettacolo:
applicare la voce agli svariati personaggi diventa uno spasso!
E più scopriamo come usarla, più riusciamo ad usarne le sfumature, più potremo portare l’esperienza teatrale al di fuori della nostra sala, direttamente nelle nostre vite.
Comunicare con un pubblico, con dei collaboratori, con una classe, sarà molto più semplice!
Alla prossima!
La voce, la voce ha certamente delle caratteristiche fondamentali e fontali per una corretta interpretazione di una parte, un personaggio e una situazione scenica. Il lavoro sulla voce diventa anche lavoro sui sentimenti e le emozioni dentro le quali una buona maturità umana riesce a dare il meglio di sé. Immedesimarsi nel personaggio e nell’atto scenico comporta un’indispensabile padronanza dei propri sentimenti ed emozioni, che l’attore o teatrante deve porsi come obbiettivo primario. A volte questo aspetto provoca fatiche, disagi, oppure esaltazioni ed entusiasmi proprio perché la voce è un’espressione fondamentale del sé e si deve “prestare” all’atto, all’attore o teatrante.
Grazie Paolo per il tuo commento ? Ci fa piacere che tu condivida con noi il fatto che la voce sia indispensabile per rendere la propria performance emozionante, oltre che per non rischiare di esprimere sentimenti diversi da quelli che vorremmo!