Tante volte ormai abbiamo detto che, nello studio di un personaggio, è tanto importante la parola quanto il corpo.
Ma detto ciò, c’è un elemento importante quanto, se non più dei due appena citati, che è necessario e indispensabile prendere in considerazione quando si lavora su un personaggio e, soprattutto, sulle emozioni che dovremo vivere in scena: il respiro.
Direte “Vebbè, ma che ci vuole… Respiro per forza! Non posso dimenticarmelo mica. Ed è una cosa naturale”
Come tanti allievi del nostro corso di teatro hanno già potuto sperimentare, ricordarsi di respirare non è in realtà una cosa così immediata
Qual è infatti la prima cosa che succede nel momento in cui dobbiamo esibirci davanti ad un pubblico? Anche solo davanti al regista, ai nostri compagni o a pochi amici? L’adrenalina entra in circolazione e ci sale un po’ (a volte molta) di “ansia da prestazione”, passatemi questa espressione, una più o meno leggera paura, insomma…
Adrenalina + paura = APNEA!
Infatti per come natura ci ha fatti il nostro respiro, se e quando dovessimo trovarci realmente in situazioni di pericolo o di stress, la prima cosa che farebbe sarebbe spezzarsi, chiudersi e alzarsi, accelerando il suo ritmo esponenzialmente. E ciò non è bene se dobbiamo ad esempio interpretare personaggi tristi, annoiati, pigri, sereni, innamorati… insomma, a ben guardarci, ogni emozione avrebbe un suo specifico respiro a supporto di essa.
Quindi la prima cosa da fare per iniziare a lavorare su un personaggio è stabilizzare il nostro respiro e prenderne il controllo, in modo da poterlo utilizzare come meglio sarebbe per quella scena e quel personaggio.
Quindi non serrate le labbra e i denti, ma socchiudete la bocca ed entrate in ascolto con il vostro respiro. Allora potrete cominciare a “giocare” con lui a seconda di quello che più vi serve in quel momento.
Il personaggio è triste? Probabilmente ci aiuterebbe cercare un respiro lento, basso, sentendolo nella pancia
Il personaggio è molto felice? Allora potremmo provare a respirare velocemente e in alto, nel petto
Il personaggio è arrabbiato? Probabilmente, per trovare la rabbia, potrebbe aiutarci abbassare il respiro (nella pancia) e respirare con un ritmo accelerato e forse, anche un po’ spezzato da piccole apnee.
Se partiremo dal nostro respiro i risultati nel corpo e nella voce saranno sorprendenti, ve lo assicuro! E sarà anche più facile richiamare delle emozioni reali, che potranno vivere in voi in quell’istante. E il pubblico allora vedrà Otello adirato e non l’attore che fa finta di essere Otello adirato.
Provare per credere!
E chi per caso ci ha già provato, lasciate un commento qui sotto, condividendo la vostra esperienza!
Ho provato a fare qualche esercizio…interessante…spero proprio di riuscire a iscrivermi a settembre!!!
Non vediamo l’ora di conoscerti, Maura!