Victor Hugo: una guida per principianti!

Victor Hugo: una guida per principianti!

Se conosci “Notre Dame De Paris” per il cartone della Disney o il Musical di Cocciante, probabilmente allora avrai anche sentito parlare di Victor Hugo!
Victor Hugo: intellettuale, autore, pittore… in pochissimi sanno che fu anche un uomo di teatro!

Victor Hugo vive tra il 1802 e il 1885. La sua parentesi teatrale dura circa 15 anni, dal 1927 al 1943. Il 1927 è l’anno in cui Hugo pubblica il Cromwell, la cui prefazione è un vero e proprio manifesto per il nuovo teatro romantico. Il 1943 invece è l’anno del suo ultimo fiasco: quello che gli farà decidere di abbandonare del tutto il teatro. In questa “Guida per principianti” (anche se per principianti un po’ più avanzati) parleremo dell’opera teatrale di Victor Hugo, esplorando questo aspetto meno conosciuto della produzione di questo grande autore!

Victor Hugo: drammaturgo o regista?

Drammaturgo perché…

Indubbiamente, Hugo era un autore di teatro: nessuno dei suoi drammi è facilmente rappresentabile oggi, sia per la durata (alcuni arrivano a durare circa 4 ore), sia per le tematiche trattate, sia per la quantità di personaggi e di scene di massa che oggi sarebbe difficile riprodurre nella maggior parte dei teatri. Tuttavia, alcuni dei suoi drammi, come Il re si diverte, sono stati d’importante ispirazione per altri artisti. In questo caso, Il re si diverte ispirò il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Per un periodo della sua vita, Hugo collabora con la Comédie-Française, che al tempo era uno dei pochi teatri pubblici di Parigi, e con la compagnia stabile del teatro per i suoi spettacoli: Angelo Tiranno di Padova, Ernani e altre.

Regista perché…

Al tempo, in Francia, era il drammaturgo a mettere in scena lo spettacolo, poiché era colui che aveva i diritti sul testo. Essendo anche un pittore, Hugo riteneva che la dimensione visuale dello spettacolo fosse fondamentale quanto quella letterale. Hugo si occupò anche di coordinare la creazione delle scenografie, dei costumi e – così risulterebbe dallo studio dei copioni dei suggeritori tenuti negli archivi della Comédie-Française – perfino la recitazione degli attori.

Tutto, naturalmente, nell’ottica di portare in scena una rappresentazione unitaria del suo testo. Era una cosa insolita per il tempo. Al tempo, infatti, in Italia, gli spettacoli venivano allestiti direttamente dagli attori, senza che esistesse una figura autoriale che coordinasse la scena dall’esterno. La normalità era vedere spettacoli disomogenei, con scenografie, costumi e attori completamente slegati tra di loro. Hugo, in questo contesto, insieme ad altri autori francesi come Vigny e Dumas Père, tentarono qualcosa di diverso, che ricorda vagamente il grande esperimento della regia nel Novecento.

Per la storia tradizionale, la regia teatrale nasce nel 1898: anno simbolico, lo stesso della fondazione del Teatro dell’Arte di Mosca di Stanislavskij. Tredici anni dopo la morte di Victor Hugo che, tuttavia, oggi possiamo dirlo, portava in scena i suoi drammi con un approccio senza dubbio registico. L’unico problema è che al tempo non esisteva ancora la parola “regia”, non era stata ancora teorizzata. Per cui, Hugo nella pratica è stato anche un regista. Ma di fatto, questa definizione fa ancora discutere molti studiosi del teatro.

Victor Hugo
Statua di Victor Hugo a Roma, a Villa Borghese

Concetti fondamentali della poetica teatrale di Hugo

  • Hugo viene definito il “padre” del Teatro romantico francese, ma non perché fosse il primo a scrivere questo tipo di teatro, ma per via del fatto che fu il primo a teorizzarlo sulla prefazione del Cromwell. In questo manifesto del teatro romantico, Hugo identifica Shakespeare come modello ideale. Inoltre, il dramma romantico deve prediligere la verità, ma non come il realismo, ma nella misura in cui la scena deve rispecchiare la natura grottesca del mondo.
  • Nelle opere di Hugo è presente una cifra grottesca. Si pensi a Notre-Dame de Paris, dove il deforme Quasimodo coesiste con la bella Esmeralda. Ora si immagini queste entità contraddittorie nell’intimo di ciascun personaggio dei drammi di Hugo e si comprenderà la cifra del grottesco. Vale a dire, il bene che convive col male, il brutto con il bello, e ogni entità con il suo opposto. Questa cifra stilistica si oppone al bienséance, cioè a una scena completamente ripulita da volgarità e scurrilità, per mostrare sulla scena l’essere umano al suo meglio.
  • Hugo propone un tipo di teatro alternativo al teatro classico francese, cioè quello che al tempo era rappresentato dalle opere di Corneille e Racine. Questo vuol dire che Hugo rinnega del tutto le tre unità aristoteliche (tempo, luogo e azione). Il fatto che Hugo scriverà delle opere che si prolungano anche per diversi giorni e in luoghi molto diversi, farà discutere molto i suoi contemporanei, che avranno modo di mostrare il loro dissenso durante la bataille d’Hernani. 
  • I testi dati alla stampa sono molto molto più lunghi di quelli che Hugo metteva in scena, e spesso hanno anche scene diverse e il finale è diverso. È probabile che se deciderai di leggere un’opera di Victor Hugo affiancando la visione di un suo spettacolo, troverai molte differenze con l’opera originale.
Ernani, l’eroe eponimo del dramma di Hugo, su un francobollo francese del 1953

Alcuni titoli:

  • Ernani (Hernani):  forse l’opera teatrale più famosa di Hugo. Famosa, naturalmente, per via della “Battaglia di Ernani”: lo scontro tra intellettuali pro classicismo e intellettuali pro-romanticismo avvenuto durante la serata di debutto di “Ernani” nel 1830 alla Comédie-Française. Si racconta che il pubblico abbia fatto così tanto baccano da non riuscire a permettere agli attori di tornare in scena per recitare l’ultimo atto. La data segna convenzionalemente l’avvento del Romanticismo in Francia, perciò è un testo che non si può non leggere se si ama la storia del teatro! La trama racconta di una donna la cui mano è contesa sia da un bandito, Ernani, che dall’erede al trono di spagna, Carlo V. Il dramma è stato messo in musica anche da Giuseppe Verdi, il quale ne fece un’opera lirica in 4 atti.
  • Il re si diverte (Le roi s’amuse). Conosciuta per aver ispirato il Rigoletto, la trama è molto nota. L’opera racconta di un sovrano che si diverte a rapire molte donne per giacere insieme a loro, usando la sua posizione di monarca per obbligarle al rapporto. Spesso coinvolge nelle sue malefatte un servitore deforme, Triboulet. E un giorno, senza saperlo, questi arriverà a pianificare il rapimento della sua stessa figlia. La storia termina con un intrigo legato alla volontà del servo di vendicarsi del tiranno. L’opera al tempo fece molto scalpore proprio per la figura di questo Monarca: un re crudele, che violenta le ragazze e non prova pietà per nessuno, nemmeno per i sudditi cje gli sono più fedeli. Diciamo che molti reali del tempo la presero sul personale…
  • Marion Delorme: il primo vero drammache vi consiglio in questa “Guida per principianti su Victor Hugo” con una protagonista femminile. Questa è Marion Delorme, una prostituta che si riscatta grazie all’amore. Il dramma riesce ad andare in scena nel 1831 dopo che, per volontà della censura, fu cancellato per ben due volte il suo debutto. Quando andò in scena però si dimostrò un successo. Anche questo dramma di Hugo è stato messo in musica, solo questa volta da Amilcare Ponchielli.

 

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