“Chi recita la parte di un personaggio moralmente condannabile e psicologicamente debole, ne acquisisce le caratteristiche nella realtà”
Questo diceva Platone molti, moltissimi anni fa.
Quindi, come si capisce, la convinzione che un attore debba essere, almeno in parte, come il personaggio che interpreta, ha radici molto antiche.
Quante volte ci capita di vedere sulla scena una donna intrigante, sexy e furba e immaginare che l’attrice che la sta interpretando debba essere intrigante, sexy e furba?
O magari di vedere il personaggio di un viscido uomo d’affari senza scrupoli e di prendere in antipatia anche l’attore stesso?
A me personalmente, molti anni fa, prima ancora che scegliessi io stessa la strada dello spettacolo, capitò un episodio del genere. Vado a raccontarvelo 🙂
Ero andata a vedere una tragedia al Teatro Antico di Siracusa, con i miei compagni del liceo. Ad un certo punto entra in scena un bravissimo attore nei panni dell’oracolo: i capelli lunghi, alto, fiero, affascinante, forte… il classico bello e dannato, insomma. Sta in scena per 10 min e poi svanisce.
Io e le mie compagne, in brodo di giuggiole, ne restiamo talmente affascinate che, alla fine dello spettacolo, aspettiamo davanti ai camerini per ben 20 minuti tra un civettare ed un altro. Volevamo a tutti i costi un autografo ed una foto con quell’uomo così attraente, da poter mostrare a tutte le nostre amiche.
Immaginate la gioia dei nostri compagni maschi, che nel frattempo sbuffavano più in là, evidentemente stizziti dal fatto che nessuna di noi guardasse nessuno di loro con neanche un decimo dell’interesse mostrato per quell’attore.
Finalmente si apre la porta del suo camerino e ne esce fuori un uomo trasandato, curvo, dall’espressione stanca e un po’ imbronciata, per nulla affascinante.
Già un po’ scosse dalla sorpresa, mentre ancora ci domandiamo se è possibile che sia proprio lui, decidiamo comunque di avvicinarci per chiedere un autografo. “Scusi, potrebbe…”
Senza neanche gardarci, fa un gesto infastidito con la mano e si allontana velocemente, tra le risatine dei nostri compagni maschi.
Riuscite ad immaginare la delusione mia e di altre quattro adolescenti sovraeccitate? E’ stato più o meno come essere prese a sportellate in faccia.
Ecco, in quel momento ho realizzato per la prima volta che non bisogna mai confondere la vita reale con la finzione del teatro.
Dietro ogni personaggio c’è un attore con la sua personale storia, il suo carattere, i suoi pregi e difetti, che sta mettendo a disposizione il suo corpo e la sua voce, in funzione di una storia.
E tanto del divertimento, per un attore, sta spesso in questo: nel diventare altro per qualche ora!
E tu? Non hai mai desiderato di essere qualcun altro?
Se sì, lascia un commento qui sotto.
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