Ciao ?
Dopo averti dato alcuni suggerimenti su come creare il tuo personaggio (https://www.diverteatro.it/come-costruire-il-tuo-personaggio), oggi te ne darò alcuni su come farlo vivere.
Accettalo!
Potrà sembrarti banale, ma prima di partire veramente c’è un passaggio fondamentale. Potrai avere segnato tutte le caratteristiche del tuo personaggio e conoscerne a menadito vita morte e miracoli, ma tutto questo sarà inutile fino a quando non lo accetterai!
A volte questo passaggio sarà relativamente semplice, non avrai sempre bisogno di passare così tanto tempo nel passato e nella testa del tuo personaggio: in alcuni casi avrai talmente tanti punti in comune che non farai fatica ad identificarti in lui/lei.
A volte però ti potrà capitare di ricevere un personaggio che non ti piace, che ti sta antipatico, che fa delle azioni che non condividi… Come fare?
Prima di tutto il personaggio non ti deve piacere per forza: tu lo devi “semplicemente” portare in scena, fargli da avvocato, difendendo lui/lei e le sue azioni dall’inizio alla fine!
Ricordati che sono gli spettatori a doverlo giudicare, non tu!
È importante che tu lo comprenda e lo sostenga, entrando in empatia con lui/lei.
Dietro ad un’azione negativa, anche la più crudele, esiste sempre una reale motivazione. E se hai fatto bene la prima parte del lavoro (vedi l’articolo precedente), dovresti conoscerla 😉
Ma ovviamente non basta sapere cosa fa e perché lo fa. Dopo aver compreso i traumi del nostro personaggio, dobbiamo cercare di riviverli con la nostra mente… Ecco che entra in campo l’immedesimazione!
Pensa a tutti quei film che stanno rivisitando dei classici, riproponendoli però dal punto di vista del “cattivo”, come Malefica, o il più recente Joker. Che lavoro hanno dovuto fare gli sceneggiatori, i registi, ma soprattutto gli attori?
Lo so, non è facile entrare nella testa degli altri, ma come si suol dire… benvenuto nel mondo del teatro!
Entra nel suo corpo
Finora abbiamo parlato di lavoro mentale, ma è altrettanto importante quello fisico.
Se non è la stessa opera a darci delle indicazioni, dovremmo essere creativi e inventare una nostra fisicità, ovviamente sempre in linea con quello che già sappiamo.
Innanzi tutto qual è l’età del nostro personaggio? E poi, ci sono delle caratteristiche che potrebbero portarci a scegliere una fisicità piuttosto che un’altra?
Ad esempio se il nostro ruolo fosse un importante e carismatico politico di mezz’età, la nostra postura potrebbe essere dritta e le nostre movenze molto decise, dal momento che il suo lavoro comporta una certa cura dell’immagine e della comunicazione.
Se invece dovessimo interpretare un giovane operaio, potremmo scegliere una postura meno dritta (visto lo sforzo continuo a cui è sottoposto di giorno) e una gestualità un po’ più sporca (visto che può essere più spontaneo).
Ma in entrambi i casi potremmo anche optare per la soluzione opposta: non tutti i politici sono bravi comunicatori e anche un’operaio potrebbe avere tanti motivi per stare dritto: una fissa per il fitness, un atteggiamento da superiore, una sfida, ecc… (nella stessa immagine qui sopra vedi diverse fisicità)
Oppure fare un mix delle due soluzioni: il politico potrebbe essere molto pulito nei movimenti davanti ad alcun personaggi, ma cambiare totalmente di fronte ad altri, dimostrando che – ad esempio – il suo carisma non è altro che la maschera di una persona profondamente insicura.
Ovviamente il mix è sempre la scelta migliore, perché tutti noi abbiamo tante sfaccettature che dipendono dalle situazioni. Però in base al tipo di carattere, lavoro, ecc… avremo sicuramente una fisicità dominante!
Insomma, non è importante come scegli di muoverti, ma perché lo scegli.
Dopo aver deciso le caratteristiche base della tua fisicità, non ti resta che metterle in pratica. Prova a fare tante azioni come le farebbe il tuo personaggio. Parti da una semplice camminata, cambia le situazioni della camminata stessa (sei di fretta, sei stanco, sei agitato). Passa poi ad azioni più specifiche: bevi un caffè, scrivi una lettera, indossa una giacca, levati le scarpe, lavati le mani, ecc…
Se vuoi aggiungi una caratteristica particolare al tuo personaggio, come un tic o un “rituale” (ad esempio il modo in cui saluta oppure un gesto particolare con cui esulta).
Prova, sperimenta e riprova ancora!
“Esci” la sua voce
(Scusa questo titolo sgrammatico, ma dovevo fare coppia con quello di prima ? Che poi al giorno d’oggi non è quasi più un errore….!)
Una premessa: il lavoro della voce è a mio avviso un po’ più complesso di quello fisico, almeno per chi è alle prime armi. Per questo motivo, prima di usare la voce nel suo pieno potenziale, il mio consiglio è di “bisbigliare le battute”…
Non pensare subito al tipo di voce, ma focalizzati sulle intenzioni. Solo quando avrai capito/scelto come interpretare le battute, magari con l’aiuto del regista, potrai pensare di modificare la voce.
Questo da una parte per non rischiare di essere troppo artefatto, dall’altra perché a volte sarà la stessa intenzione e il lavoro del corpo a modificare la tua voce, in maniera più spontanea.
Detto ciò, lo stesso lavoro che ho spiegato prima per il corpo, con le dovute precauzioni, puoi farlo anche con la voce.
Anche in questo caso possiamo farci guidare da quello che sappiamo del personaggio. Per prendere gli esempi di prima, un politico potrebbe avere una parlata limpida e precisa e mediamente stabile, mentre un’operaio potrebbe parlare con maggiori oscillazioni di timbro e registro (“suono” e “altezza” della voce) e magari in maniera meno impostata.
Ovviamente anche per la voce vale il discorso di prima: è meglio scegliere un tipo di parlata dominante, ricordandoci però che il nostro personaggio non è un robot e la sua voce viene sempre influenzata dalle sensazioni e dalle emozioni che prova.
Prendi quindi in mano il copione e prova a leggere le tue battute una, due, tre volte! Sperimenta anche qui, divertiti, prova diverse alternative.
Ti consiglio di non focalizzarti troppo sul come dire determinate battute prima di esserti confrontato col tuo regista, che potrebbe avere idee diverse dalle tue o richieste particolari.
Per concludere
L’attore dev’essere flessibile e pronto a cambiare al volo un’intonazione o anche un gesto, proponendo subito una o più alternative. Questo succede soprattutto durante le prove. Proprio per questo in fase di studio ti consiglio di sperimentare tante voci e tanti gesti.
Durante l’allestimento capirai quali saranno le scelte migliori, in base a come ti troverai meglio e in base al feedback dei tuoi compagni di scena e soprattutto del regista.
E ora… non ti resta che metterti al lavoro!
Ciao a tutti ! Bellissimo questo sito! Sto prendendo un po’ di appunti per quanto riguarda il mio personaggio che dovrò interpretare quest’ anno a teatro. Io sono un’ attrice amatoriale di teatro e quest’ anno devo interpretare la suora in Achille Ciabotto medico Condotto di Macario. Ma non so come farla! Mi aiutate , mi date un input su come farla? Grazie mille !
Ciao Laura!
Grazie per i complimenti! 🙂
Abbiamo pensato di scrivere un po’ di input generali, che vanno bene per tutti, proprio nell’articolo che hai commentato!
Per dei commenti più specifici ti consigliamo di rivolgerti al regista del tuo spettacolo, che sicuramente saprà guidarti al meglio, anche coerentemente alla sua visione dell’opera e del personaggio stesso!