Prima di tutto, una premessa.
Mentre l’attore professionista DEVE saper parlare correttamente, l’attore amatoriale ha due possibilità:
1 – Non studiare la dizione e concentrarsi sugli aspetti più divertenti e meno tecnici.
2 – Studiare la dizione per poter affrontare meglio il lavoro dell’attore, con molti meno limiti che il nostro naturale modo di parlare ci pone. C’è un altro vantaggio, oltre a quello più artistico: molti lavori si basano sulla comunicazione e saper parlare con un dialetto meno marcato, articolando bene, è sicuramente un punto di forza non indifferente. Quindi, ecco un motivo in più per cominciare a prendere confidenza con questa materia che magari alla fine rischierà pure di piacervi!
Non c’è un modo più giusto rispetto ad un altro di affrontare un percorso di teatro amatoriale, ma questo articolo (e i prossimi “della serie”) nasce in particolare per dare qualche consiglio a chi ha scelto la seconda strada.
Un’ultima precisazione, prima di iniziare. Nel corso DiverTeatro non verrà insegnata propriamente la dizione, dal momento che sta ad ogni allievo scegliere se utilizzarla o meno. Ma ci sarà la possibilità di affrontare la materia in alcune serate extra, per chi fosse interessato.
VIA OGNI CADENZA!!!
Uno tra i primi obbiettivi di un attore dev’essere quello di liberarsi della propria cadenza e imparare la corretta dizione italiana.
Tranquillo, il titolo è un po’ provocatorio. Non ti sto dicendo che non dovrai parlare più il tuo dialetto (o con la tua cadenza) per il resto della tua vita! 😉
Per capire meglio alcuni aspetti dell’argomento, abbiamo fatto qualche domanda a un’attrice professionista, nonché insegnante di recitazione e dizione: Barbara Corradini.
La messa in scena di testi classici di solito richiede (o richiederebbe) anche una certa pulizia nella dizione e nella fonetica, e la mancanza di cadenze e dialettismi. Ma penso anche che, all’occorrenza, bisogna saper recitare “sporcando” la battuta. Intendo dire che in base alle caratteristiche del testo devi sapere cambiare. Per usare una metafora, la dizione è uno strumento che devi sapere suonare quando serve.
La dizione non è una cosa che si studia una volta e da ricordare poi all’occorrenza. Va esercitata e applicata quando possibile, soprattutto quando si è in scena:
Il rischio di non parlare usando una dizione corretta anche quando non sei in scena è quello di non impararla mai veramente. Puoi farlo quando fa talmente parte di te da “andare in automatico”. In scena: dizione. Fuori scena: mi rilasso e parlo come mi pare. Ma questo è un punto di arrivo, che denota l’acquisizione di una certa abilità.
Quindi come acquisire questa abilità?
Ai miei allievi io consiglio sempre di utilizzarla costantemente, e anzi, di ossessionarsi un pochino, almeno fino a quando sarà talmente entrata in loro da non doverci più pensare. E a quel punto tutto andrà avanti da solo.
Ma per quanto tempo bisogna impegnarsi, fare gli esercizi, ecc? Quanto tempo è, insomma, necessario per togliere un brutto accento?
Un brutto accento, ma anche uno bello, richiede diversi mesi di lavoro. Nella mia esperienza ho potuto verificare che, per togliere una cadenza spiccata servono da uno a due anni. Naturalmente molto dipende anche dall’orecchio e dall’impegno del soggetto.
Ma come detto all’inizio dell’articolo, il dialetto non va abbandonato del tutto, e non intendo solo nella vita, ma anche nella scena!
Il dialetto è meraviglioso, qualunque tipo di dialetto. Ed è anche estremamente espressivo. Ti individua immediatamente, crea il contesto, e disegna le tue radici. Sappiamo bene come alcuni tra i nostri autori più importanti lo abbiano utilizzato nelle loro opere.
DA DOVE INIZIARE, ALLORA?
Di fronte ad una persona che parla, una delle prime cose che saltano all’occhio, anzi all’orecchio, è la presenza di fastidiose cantilene…
Ecco un semplice esercizio per cominciare a toglierla.
ESERCIZIO
OBBIETTIVO: eliminare ogni possibile intonazione, anche logica.
E’ ovvio che si tratta di un esercizio di passaggio, dal momento che un attore non parla come un robot!!! Ma è un passaggio indispensabile per riuscire successivamente a parlare in un modo più pulito.
SVOLGIMENTO: Scegli un testo a tuo piacere e leggilo scandendo ogni sillaba in maniera neutra, ad un volume e ritmo medio.
Esempio: “C’E-RA-U-NA-VOL-TA-UN-RE-CHE-A-VE-VA-TRE-FI-GLIE…”
Ti consiglio vivamente di aiutarti con un registratore, per essere più consapevole di come fai l’esercizio.
STEP SUCCESSIVO: Scandisci ogni parola pronunciandola con lo stesso volume, ritmo e neutralità delle precedente.
Esempio “C’ERA-UNA-VOLTA-UN-RE-CHE-AVEVA-TRE-FIGLIE…”
ULTIMO STEP: Infine leggi il testo senza interpretarlo, mantenendo stesso volume, ritmo, intonazione e facendo delle pause per respirare solo quando necessario, non per forza alla fine di una frase (anzi, possibilmente non in prossimità di punti o virgole!)
Attenzione a non farti ingannare dalla punteggiatura: in questo esercizio ogni logica intonazione deve sparire, quindi non preoccuparti di dare un senso al testo 😉
Più sarai in grado di pronunciare il testo da te scelto con lo stesso ritmo, volume, intonazione e pause, più avrai la giusta base fonetica per poi costruire le sfumature intonative che ti serviranno ad interpretare al meglio il tuo personaggio o, più in generale, a parlare senza particolari cadenze.
Ma di questo parleremo più avanti
Per ora… al lavoro!
Nei prossimi articoli ti darò altri strumenti che ti potranno aiutare in questo percorso, quindi rimani sintonizzato su DiverTeatro:
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Alla prossima!