Quante volte ci è capitato di sentire questa frase? In linea di massima, io personalmente mi trovo abbastanza d’accordo con questo detto di saggezza popolare, quando si parla della vita reale.
Ma quando si parla di recitazione, di personaggi immaginari a cui dobbiamo dare vita, allora la cosa cambia un po’.
Quando si studia un carattere è molto importante naturalmente partire dalla base, dal “nocciolo” della personalità di quel personaggio. Spesso il testo ci dà indicazioni precise a riguardo, nelle didascalie. Spesso possiamo evincere lati del carattere dalle azioni e dalle battute che egli compie e dice.
Altre volte invece il lavoro si fa più duro per l’attore, soprattutto se il personaggio è secondario e poco e niente su di lui viene fuori dal testo.
In ogni caso, si arriva ad un punto in cui l’attore deve cominciare a fare i conti con l’abito del personaggio. E non solo! Anche con gli oggetti che utilizza. Pensate, ad esempio, a quanto può essere differente per una donna una camminata su un tacco 12 o con una scarpetta da ginnastica. O per un uomo indossare giacca e cravatta oppure no. Inconsciamente, tutto il nostro corpo e il nostro atteggiamento cambiano di conseguenza. Per cui, se nella vita quotidiana siamo abituati ad una scarpetta o a jeans e camicia, ma dobbiamo interpretare un personaggio che veste solo minigonne e tacchi o giacca e cravatta, diventa fondamentale cominciare ad entrare nei panni del personaggio, in senso letterale!
Così, se il nostro personaggio usa una pipa, è di sicuro un buon consiglio cominciare a tenere in mano una pipa il più possibile, poiché tutta la gestualità cambierà di conseguenza, nel compiere le azioni più quotidiane con quell’oggetto in mano.
E così via, fino ad arrivare ai dettagli più “invisibili” al pubblico, che per l’attore però sono un aiuto davvero
consistente per riuscire a interpretare un ruolo nel modo più naturale e convincente possibile. Ad esempio la differenza tra una giacca di velluto e una di raso. Oppure un’acconciatura, piuttosto che un’altra. Scarpe marroni e non blu, borsetta a sinistra o a destra e così via…
Quindi non bisogna mai sottovalutare l’importanza di provare con costumi e oggetti il prima possibile, nella preparazione di uno spettacolo.
E se non si hanno ancora quelli definitivi, trovare dei fac-simile che ci aiutino nel compito.
Banalmente, succede anche che, cambiando un oggetto o un costume, semplici gesti possono risentire del cambiamento, senza che neanche ce ne rendiamo conto, alterando così l’andamento della scena (gli allievi del nostro corso di teatro ne sanno qualcosa in questo periodo di preparazione degli spettacoli di fine anno!)
Una volta, ad esempio, un mio collega aveva da tirare fuori da una tasca un foglietto, che poi doveva consegnare al compagno durante lo svolgimento di una certa scena. Ebbene, lui aveva sempre provato con un pantalone e camicia. Per cui aveva sempre preso il foglietto dalla tasca del pantalone. Quando è finalmente arrivato il costume definitivo, che comprendeva anche una giacca con taschino, ha pensato che sarebbe stato più comodo e senza dubbio più elegante prendere il foglietto dalla tasca della giacca. E così ha messo il foglietto lì. Durante la prova (menomale che era una prova!), nel momento in cui doveva tirar fuori questo foglietto, la mano automaticamente è andata nella tasca del pantalone, senza trovare nulla! Immaginate la faccia del mio collega che ha impiegato qualche secondo prima di ricordarsi che aveva cambiato posto prima di cominciare la prova.
Ecco dunque che anche la più semplice cosa, un particolare che sembrerebbe di poco conto, potrebbe mettere a rischio la buona riuscita di una scena e farvi distrarre dal momento, facendovi uscire dal personaggio più di quanto si possa immaginare.
E a voi è mai capitato un imprevisto del genere?
Se sì, lasciate un commento qui sotto, raccontando la vostra esperienza