William Shakespeare: una guida per principianti!

William Shakespeare: una guida per principianti!

Se ti senti perso nel mondo dei drammi shakespeariani, non temere! Sei nel posto giusto! Questo nuovo articolo della rubrica “Guida per principianti”, ti aiuterà a raccapezzarti in questo intricato labirinto di versi e tragedie. William Shakespeare, il poeta e drammaturgo inglese del XVI secolo, può sembrare spaventoso all’inizio, ma con un po’ di pazienza e una buona dose di umorismo, scoprirai che non è poi così terribile. Anzi, potrebbe addirittura piacerti!

Chi era Shakespeare?

Il nome Shakespeare è spesso associato alle sue opere: il lettore, seppur principiante, avrà certamente sentito parlare di “Romeo e Giulietta”, “Amleto”, “Macbeth”. William Shakespeare è infatti noto per aver scritto questi e molti altri capolavori che continuano a essere rappresentati sui palcoscenici di tutto il mondo. Detto anche “Il Bardo”, Shakespeare scriveva in rima. La sua produzione è colossale: a lui sono attribuite circa 40 opere (tra tragedie, commedie, drammi storici e romanzeschi), tutte scritte (si pensa) dal 1589 al 1611. Questo vuol dire che Shakespeare, in quel periodo della sua vita, ha scritto almeno due capolavori l’anno. Le sue trame sono piene di amore, odio, intrighi di corte, tradimenti e qualche fantasma qui e lì, ma interamente originali e quasi tutte ancora perfettamente rappresentabili anche ai giorni nostri per via della modernità delle loro tematiche.

Ma come può un singolo uomo scrivere così tanto e così a lungo? (E al tempo non esisteva nemmeno Chat GPT, che potesse aiutarlo!)
I romantici dell’Ottocento hanno mitizzato Shakespeare come un poeta infinitamente ispirato: solo una mente e un’anima infinitamente tormentata può scrivere così tante opere teatrali! In tempi recenti, invece, si è arrivato a pensare addirittura che William Shakespeare non sia mai esistito: che “Shakespeare” fosse il nome di una corporazione, una “fabbrica di copioni” composta da più poeti, anziché un solo uomo.

Al tempo purtroppo non esistevano politiche di diritto d’autore, e non sapremo mai se le opere di Shakespeare siano totalmente scritte da lui o se siano state scritte a quattro, sei, otto mani insieme ad altre persone per “ottimizzare” i tempi e scrivere di più, e più in fretta…

 

A destra un ritratto di Shakespeare, a sinistra la vista della casa natale di Shakespeare a Stratford-upon-Avon

 

Ma quindi, William Shakespeare, è esistito veramente?

Quello che sappiamo di per certo è che un William Shakespeare è, storicamente, esistito. Nasce a Stratford-upon-Avon, nelle Midland’s inglesi, nel 1564, è un attore nella compagnia del Lord Ciambellano durante il regno di Elisabetta I e della Compagnia del Re durante quello di Giacomo I. La compagnia recita nel “Theatre” di Londra, che poi verrà distrutto, ricostruito e inaugurato con il nuovo nome di  Globe Theatre nel 1599.

Il Globe Theatre, sebbene oggi sia molto famoso, tuttavia, non era l’unico teatro a Londra: esistevano il Curtain Theatre, The Swan  Theatre,  The Rose e altre arene minori dove si tenevano combattimenti tra animali, per lo più. La concorrenza era spietata e, nello stesso periodo, operava tra l’altro nella stessa città un altro grande drammaturgo: Christopher Marlowe.

La vita di una compagnia che operava nel cuore di Londra, e che doveva soddisfare gli appetiti e i gusti di un pubblico molto eterogeneo (dall’ultimo popolano di Londra alla Regina in persona), e doveva anche fronteggiare una concorrenza spietata, non era facile: la richiesta di spettacoli nuovi era sempre molto alta, e il pubblico voleva trame nuove, avvincenti e intrattenenti. Quindi è plausibile, e dobbiamo anche aspettarci, che Shakespeare si sia fatto “aiutare” da altri poeti. Sappiamo, ad esempio, che uno degli attori della compagnia, Ben Jonson, era un poeta e drammaturgo che ha anche firmato come autore alcune opere andate in scena al Globe, recitate da Shakespeare stesso, tra cui Ognuno nel suo umore.  Sebbene poi Jonson abbia deciso di perseguire la stesura di un proprio repertorio, non è improbabile che possa anche aver aiutato Shakespeare a scrivere alcune delle sue opere; lui e chissà chi altri…
Ma questa resta una mera ipotesi!

Ricostruzione del Globe Theatre a Londra

Le opere di Shakespeare: tre passaggi su come affrontarle

1- Scegli il genere che preferisci!

Come accennato nel paragrafo precedente, William Shakespeare ha spaziato nei generi! Sebbene a un principiante, forse, verrebbe da iniziare con le commedie di Shakespeare, personalmente, la “Guida per principianti su William Shakespeare” consiglia al lettore in erba di iniziare dalle tragedie. Questo perché sono le più conosciute e le più rappresentate. Infatti, avrai sicuramente sentito parlare di AmletoRomeo e Giulietta… ma quanto sei sicuro di conoscere davvero la trama? Oltre a leggerle, infatti, è consigliabile integrare con la visione di una versione filmica o teatrale dell’opera scelta (se ne trovano diverse completamente gratis su YouTube,  come questaquesta)

2- Non aspettarti troppe didascalie!

Per spiegare la motivazione bisogna fare una premessa di storia del teatro. Le opere di Shakespeare erano pensate e scritte nell’ottica di una rappresentazione. Non erano opere destinate alla stampa, e anzi venivano spesso “frammentate” in ruoli. Ogni attore riceveva solo ed esclusivamente le pagine con le proprie battute. Raramente accadeva che i singoli attori avessero una concezione unitaria dell’opera prima della prova generale. In più, i teatri elisabettiani erano sfarzosi per quel che riguardava i costumi, ma piuttosto semplici per quel che riguarda la scenografia. Una delle tecniche usate ad esempio sia da Shakespeare che Marlowe era infatti la “scenografia verbale”. Quindi era molto comune trovare battute come: “Ho preso la mia spada!”, piuttosto che una didascalia che indicasse: Questo personaggio prende la spada. Come, del resto, troveremmo invece nei drammi più moderni.

3- Scegli un’edizione con testo inglese a fronte! 

Una delle finezze più delicate del lavoro di Shakespeare deriva dalla sua poesia. A Shakespeare infatti vengono attributi moltissimi Sonetti, e il Bardo viene chiamato così specialmente per la qualità dei suoi versi in rima. Qualità che non sempre viene compresa e restituita nella versione italiana. Al tempo stesso, però, sconsiglio una prima lettura di un testo esclusivamente in inglese senza traduzione, perché il linguaggio di Shakespeare è molto, molto distante dall’inglese che viene parlato oggi.

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